Se penso ad ottobre, ad un'immagine che ben racconta questo mese, ecco che mi appare una castagna.
E mi ricordo di quando, piccolina, seguivo i nonni nel bosco
accompagnata dal fedele Tilly, il cane della cascina accanto, che non
si allontanava da me nemmeno un attimo e mi apriva i sentieri di quel
bosco che, ogni domenica, era sempre più freddo.
Si sentivano gli spari dei cacciatori in lontananza, il profumo di foglie e di vento, il freddo umido sui capelli e sulle giacche.
Io e il mio cestino, qualche passo più avanti della nonna, a
raccogliere manciate di castagne, con l'acquolina in bocca al sol
pensiero del profumo di caldarroste.
Rientrati a casa, infreddoliti, tutti intorno alla stufa ad assistere
allo scoppiettio di quei piccoli frutti scuri adagiati in una padella
che il nonno aveva bucato artigianalmente con chiodi e martello.
E poi attorno al tavolo a sbucciare quelle castagne bollenti che ti
sporcavano le mani di nero e avevano quel gusto inconfondibile.
E il giorno dopo, tornati in città, la mamma le faceva bollire
nella pentola a pressione e per tutta la settimana segnavano la fine
di pranzi e di cene.
Sono passati più di vent'anni e tutte le domeniche di ottobre nonna,
zia e mamma tornano in quel bosco. Tilly non c'è più ed io sono
diventata grande ma quei profumi e quei sapori non li ho dimenticati.
Quando ne trovano un po' di più del solito la nonna usa, per la
conservazione, un metodo antico ma sempre efficace: la novena.
Questo metodo prevede una serie di operazioni della durata di 9 giorni:
per questo motivo viene comunemente chiamato «novena».
Si immergono le castagne fresche,pulite da eventuali residui di terra, in acqua in strati che non devono superare i 20cm.
Fino al quarto giorno, tutti i giorni, bisogna cambiare metà dell'acqua.
Il quinto giorno l'acqua va sostituita totalmente.
I due giorni successivi si cambia nuovemente il 50% di acqua e l'ottavo giorno si farà il cambio totale.
Il nono giorno si tolgono tutte le castagne dall'acqua e si sistemano in cassette possibilmente in locali arieggiati.
In questo modo le castegne si possono conservare fresche e gustose almeno fino a Natale.
Con le castegne essiccate e successivamente macinate, invece, si produce la farina di castagne, detta anche farina dolce.
Questa farina è l'ingrediente principale delle tagliatelle alle castagne di Nonno Mario:
ottime se condite con ricotta stemperata con panna da cucina o latte o
semplicemente con acqua di cottura, amalgamata con un pizzico di pepe e parmigiano reggiano.
1 commento:
Alcune castagne si sono aperte durante l'immersione, pero' solo nella buccia esterna. Le devo togliere?
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