giovedì 22 dicembre 2011

I nostri auguri...




"È un cattivo cuoco quello che non sa leccarsi le dita."
Shakespeare


Nonno Mario augura un Sereno Natale
a tutti gli amanti della buona, genuina e tradizionale 
CUCINA ITALIANA

lunedì 14 novembre 2011

EVVIVA LA POLENTA!!!

Le origini della polenta sono antichissime: cibo poco costoso e facile da cucinare,  consumato in abbondanza dai più poveri.

A renderla più appetibile, perché molti erano quelli che per riempirsi lo stomaco ne mangiavano solo una fetta fredda o abbrustolita sulla brace, era la fantasia delle massaie che, utilizzando quanto i campi donavano o i prodotti caseari realizzati in casa, creavano abbinamenti particolari con cicorie, uova sode, acciughe, semplici sughi con cui insaporirla, formaggi con cui arricchirla o frutta con cui addolcirla.

Con gli anni Ottanta, con il grande ritorno all’ambiente, alla natura e alle origini, è iniziata da parte di chef, scuole di cucina, riviste specializzate di settore e consumatori stessi la riscoperta di tutti quei piatti poveri e tradizionali legati a quella cultura rurale che era stata accantonata.

Così la polenta, di diritto, ha iniziato a riappropriarsi delle tavole sia delle famiglie che dei grandi ristoranti, diventando, grazie ad elaborazioni a volte anche complicate, una prelibatezza ed un piatto raffinato

La cottura avviene in un paiolo, nel quale si versa dell'acqua e del sale q.b., poi quando l'acqua bolle, si aggiunge piano piano la farina tenendo continuamente girato, in senso orario, il contenuto del paiolo, con un cucchiaio di legno o con un apposito bastone, per quaranta minuti.
Si prepara dura con farina di macinatura grossa e tenera con farina di macinatura fine. La grossa la si usa al posto del pane, versata su un tagliere o su una tovaglia è tagliata a fette con dello spago fine; mentre la tenera la si preleva con un mestolo dal paiolo e si mette calda sui piatti, versandovi sopra il condimento preparato, che puo essere un buon sugo di funghi porcini, oppure di salsicce, di carne o d'altro.

La polenta non si getta; fredda è usata anche alla mattina per colazione, a pezzettini nel latte caldo, oppure fritta.

La polenta Bramata di Nonno Mario è una farina a grana grossa macinata a pietra e necessita di 30/40 minuti di cottura.

Per chi ha meno tempo e non vuole rinunciare a queste prelibatezze è disponibile la Polenta istantanea pronta in 3/4 minuti classica oppure arracchita dai clicci ingredienti: Polenta ai Funghi, Montanara, Ortolana, al Radicchio e al Tartufo!

Buon Appetito!

Per tutto il mese di Novembre con l'acquisto di tre pacchetti di polenta, la Bramata ve la regaliamo noi!!!


mercoledì 19 ottobre 2011

La frutta sciroppata... che bontà!

Per gli amanti della frutta, in inverno, quando quella fresca è disponibie in piccole varietà, la soluzione migliore è data dalla frutta sciroppata.
Albicocche, pesche e ciliegie sono le più utilizzate.
In genere vengono raccolte non del tutto mature per renderle piu resistenti ai processi di invasamento.
La frutta, sbollentata,  viene sistemata nei vasi "condita" con uno sciroppo di acqua e zucchero e, in alcuni casi, anche vino dolce, tipo Moscato.
Queste conserve di frutta, se preparate in casa vanno sterilizzate, facendone bollire i vasi, almeno mezz'ora.

Per soddisfare la vostra voglia di frutta
Nonno Mario vi propone

Albicocche Sciroppate


Ciliegie Sciroppate


Pesche Sciroppate.

Queste ultime sono ottime per preparare dolci e dessert
con la sola aggiunta di panna fresca oppure utilizzandole
per la classica ricetta piemontese delle
PESCHE RIPIENE AL FORNO

Le ciliegie e le albicocche, oltre ad essere gustate così come sono e servite in coppete, possono essere
un ottimo ingrediente per guarnire torte e crostate.

lunedì 17 ottobre 2011

... Alba ed il profumo di Tartufo!

SPECIALE FIERA DEL TARTUFO 2011 




Per tutto il mese di ottobre in occasione della 81 Fiera Internazionale Tartufo Bianco d'Alba


Nonno Mario vi regala una bottiglia di Olio al Tartufo 100g per ogni ordine superiore ai 30 €, escluse spese di spedizione

mercoledì 23 marzo 2011

Il blog di Nonno Mario: MANGIARE SANO: W I CARCIOFI!

Il blog di Nonno Mario: MANGIARE SANO: W I CARCIOFI!

Benvenuta Primavera!


 Particolare di "Colazione sull'Erba", Manet.

Wikipedia definisce picnic " (in italiano: romanata) quel tradizionale pasto all'aperto compiuto in un contesto turistico o comunque che abbia una funzione sociale e ludica e non solamente alimentare. L'etimologia del termine va attribuita al termine composto piquenique, che in un francese arcaico abbina "pique" (prendere, rubacchiare) e "nique" (oggetto di poco valore). Il termine sembra si sia cominciato a diffondere alla fine del 1600 ed inizialmente si riferiva alla frugalità dell'evento, eseguito al di fuori dei riti imposti dal pranzo, composto da pochi e semplici cibi sottratti direttamente alla cucina"

Un'usanza un po' persa nel tempo che sarebbe bene rivalutare per il piacere di mangiare in compagnia, in allegria, all'aperto in armonia con la terra e con la natura ampliando il rispetto per l'ambiente che ci circonda.



Classico Picnic Basket
E' bello associare il picnic all'arrivo della primavera, del sole, delle temperature miti, al plaid, alla tovaglia a quadretti, al profumo dell'erba, alle stoviglie "portatili", al termos per il caffè, alle risate dei bambini che giocano...
Piatti veloci e sbarazzini, pane fresco, bibite e un buon bicchiere di vino sono gli ingredienti essenziali per un classico picnic: pane e salame e formaggio, verdurine grigliate, una buona insalata di pasta o di riso, bistecche in carpione e una fresca insalata...

Olio, Aglio, Salvia, Aceto:
gli ingredienti principali per un buon carpione.
 Il "carpione" è quel metodo tradizionale per preparare tutti quei cibi che ben si abbinano con il gusto forte e deciso dell'aceto: gli ingredienti sono pochi e la preparazione è facile e offre l’indubbio vantaggio di profumare per giorni la casa di una gradevole fragranza dovuta al mix di aceto/cipolla/aglio/salvia.
Il carpione piemontese è un po’ l’equivalente del saor veneto e dello scapece napoletano: praticamente un modo per aromatizzare e conservare le pietanze allo stesso tempo
Ecco gli ingredienti: olio d'oliva, cipolla, aglio,salvia, aceto, vino bianco secco.
Per preparare un buon carpione fate sofriggere in 4 cucchiai di olio d'oliva una cipolla tritata, due spicchi d'aglio, una ventina di foglie di salvia e aggiungete mezzo bicchiere di aceto e mezzo di vino bianco secco, il tutto per una decina di minuti. Il liquido ottenuto va versato sull'ingrediente della ricette in un contenitore che, una volta chiuso, va lasciato riposare per almeno mezza giornata.


Primi fiori di Primavera
 Buon appetito e ... ben arrivata Primavera!

Proprio in occasione della primavera Nonno Mario propone con € 37,50 subito a casa vostra:
 
Aglio alle Erbette
Aglio alle Erbette 270g
Antipasto di Verdurine dell orto 280g
Peperoncini ripieni di Tonno 180g
Aromi misti per grigliate 100g
Patè di Olve Nere 100g
Sugo alla Contadina con verdure 180g
Farfalle colorate ai  5 sapori
Tagliatelle alla Rucola 250g
Pennette caserecce 500g
Farfalle colorate ai 5 sapori 500g
Torta Primavera al Moscato
Risotto agli Asparagi 300g
Torta al Limone 350g
Pesche sciroppate 720ml
Fragoline Disidratate 100g

Un'offerta da non perdere!










 


giovedì 24 febbraio 2011

MANGIARE SANO: W I CARCIOFI!

Il carciofo era già conosciuto all'epoca dei Romani, come attestano alcuni scritti ma notizie più certe sulla sua coltivazione in Italia risalgono al XV secolo, quando dalla zona di Napoli la coltura del carciofo si diffuse in Toscana (Caterina dei Medici ne fu una grande consumatrice) e, successivamente, in molte altre regioni. Oggi le coltivazioni più estese si trovano in Liguria, Toscana, Lazio, Puglia, Sardegna e Sicilia.
Il carciofo è una tipica pianta degli ambienti mediterranei.
Il suo ciclo naturale è autunno-primaverile.
E' ricco di minerali quali il ferro, il sodio, il potassio, il fosforo ed il calcio. Rilevante è il suo contenuto di fibre. Per queste sue caratteristiche, il carciofo ha molti effetti benefici sulle funzioni intestinali ed è un buon regolatore dell’appetito, oltre che essere facilmente digeribile.
Secondo recenti ricerche scientifiche che ne hanno dimostrato le proprietà benefiche, mangiare carciofi fa stare bene e aiuta a prevenire di diverse malattie. Il carciofo è tonico, sedativo della tosse, aiuta a purificare il sangue, dissolve i calcoli e disintossica. Favorisce la diuresi renale grazie a un'azione benefica sulla secrezione biliare e contiene inulina, sostanza che promuove la crescita dei bifidobatteri della microflora intestinale (che regolarizzano le funzioni intestinali) e allo stesso tempo inibisce la presenza di batteri dannosi. Inoltre ha effetti antiossidanti e potenzialmente antitumorali.

Ovviamente i carciofi possono essere cucinati in svariati modi come ingrediente principale o secondario ma quando sono freschi e teneri è consigliato mangiarli crudi. Dopo aver eliminato le foglia esterne più dure, divideteli in 4 parti. COn un coltello affilato tagliate le punte con le spine ed immergeteli in una ciotola con acqua e limone per evitare che si anneriscano e per lavarli perfettamente. Tagliate gli spicchi a fettine sottilissime e condite con olio, sale, pepe e scaglie di parmigiano.

Se volete conservarli più a lungo ecco la ricetta dei Carciofi Sott'olio.
Dopo averli puliti e riposti in acqua con limone, fateli bollire per pochi minuti in acqua, sale ed aceto. Scolarli e sistemarli su un piano inclianto così da facilitarne la perdita i acqua. Riempire vasi di vetro aggiungedo spezie a piacere e ricorprire di olio. Chiedere i vasetti e procedere con la bollitura : 250cc(20 minuti)-500cc(30 minuti)-1000cc(40 minuti)1500cc(50 minuti) .


Nonno Mario Vi propone i CARCIOFINI GRIGLIATI conservati in Olio d'Oliva, ottimi e sfiziosi come aperitivi, antipasti e contorni ed il classico RISOTTO AI CARCIOFI aromatizzato con aglio e prezzemolo.

giovedì 3 febbraio 2011

Voglia di Bagna Caoda !

La bagna càuda, letteralmente salsa calda, è un tipico piatto della cucina piemontese, originario in particolare dell'Astigiano, delle Langhe, del Roero e del Monferrato, nelle province di Cuneo, di Torino, Alessandria e Asti.
Si narra che, i vignaioli, nel tardo Medioevo, desiderassero un piatto insolito per festeggiare la spillatura del vino nuovo, che segnava la messa al sicuro del raccolto più travagliato, più faticato e più insidiato: il vino.Pare che si volesse anche, con una certa polemica sociale, adottare e valorizzare un piatto festivo rustico e popolare, saporito e forte, da contrapporre ai consueti, magri e snervati arrostini glassati di zucchero e profumati di essenza di rose e di viole dei signori.
Fu scelto, così, di appaiare materie prime largamente diffuse e localmente disponibili: i buoni ortaggi piemontesi ed il prezioso aglio (prescritto dagli Statuti Medioevali e dai Bandi Campestri come coltura obbligatoria per ogni coltivatore proprietario), l’olio di oliva, scarsamente prodotto in Piemonte (che pure a quel tempo prima delle grandi variazioni climatiche aveva ulivi) e, per la maggior parte, importato dalla vicina Liguria in cambio di grano, burro e formaggio e l'acciuga salata in barili, usata tuttora in molte ricette tipiche piemontesi, soprattutto tra gli antipasti. L'antico Piemonte si approvvigionava presso le saline della Provenza e delle foci del Rodano, attraverso una serie di rotte commerciali attraversanti i passi delle Alpi Marittime e note come "vie del sale". Le vie del sale erano gli antichi percorsi e rotte di navigazione utilizzati anticamente dai mercanti del sale.

Non esisteva un'unica via del sale: i vari popoli emiliani, lombardi e piemontesi avevano ognuno la propria rete di sentieri e collegamenti per portare le merci, principalmente lana e armi, verso il mare e recuperare lì il sale, allora prezioso per la conservazione degli alimenti nel lungo periodo. La produzione di formaggio e di insaccati, la conservazione della carne, del pesce e anche delle olive richiedevano elevate quantità del preziose elemento. Ma anche attività artigianali come la concia delle pelli e la tintura richiedeva l'uso di sale.
La bagna càuda si consuma intingendovi vari tipi di verdure di stagione (specialmente cardi, cipolle cotte al forno, peperoni crudi o cotti, foglie di cavolo crude, topinambur, barbabietole cotte a vapore e tante altre).
Mettendo in comunicazione la Pianura padana con la Liguria o i territori francesi della Provenza si permetteva il commercio di questo materiale prezioso, che era di difficoltoso reperimento nelle regioni del Settentrione, lontane dal mare.
La leggenda vuole che il commercio delle acciughe salate fosse un modo per commerciare il sale evitando di pagarne gli elevati dazi. In realtà in tutto il Piemonte d'antico Regime la Gabella del sale era una tassa obbligatoria e non legata al consumo. Non solo, le acciughe erano molto più costose, ed il loro prezzo era sostenibile solo in relazione alle modeste quantità di acquisto.

Un tempo la Bagna cauda veniva consumata in maniera conviviale attingendo da un solo contenitore (pèila), posto al centro del tavolo.

Oggi sono diventati tradizionali appositi contenitori in terracotta (fojòt) costituiti da una ciotola a cui è sottoposto un fornellino per mantenere calda la salsa.
La vera ricetta piemontese prevede,per 4 persone, 150g di olio, 250g di acciughe, 4 teste di aglio e un bicchiere di latte.
Si consiglia, per attutre il gusto forte e quindi facilitarne la digestione, di far marinare l'aglio affettato un paio d'ora nel latte.
Dopo aver sminuzzato le acciughe inserirle nell'olio caldo e , mantenedo una bassa temperatura aggiungere l'aglio scolato facendo cuocere il tutto per una ventina di minuti.
Esitono molte varianti della bagna cauda che vedono l'aggiunta di panna, burro e margarina per rendere la salsina più cremosa e, a dir di molti, più digeribile.
Un ottimo abbinamento della Bagna Cauda di Nonno Mario è quello con i peperoni al forno,altro antipasto tradizionale.
Lavare ed asciugare i peperoni e metterli in una teglia da forno. Farli cuocere a 250gradi per una quarantina di minuti girandoli a metà cottura. Una volta tolti dalla teglia, chiuderli in sacchetti di carta e lasciarli raffreddare: sarà così molto più facile pelarli. Una volta pelati, sistemare le fettine su un piatto da portata e condire con un sottile strato di bagna cauda e un filo di olio. Prima di servire passare al grill per 5 minuti.

Nonno Mario Vi propone i peperoni già grigliati sott'olio: ottimi ... da provare!

lunedì 24 gennaio 2011

Qualche idea per un buffet...




Per un compleanno o un aperitivo tra amici Nonno Mario vi propone 4 semplici idee per il vostro buffet.

ROTOLO DI PANE FARCITO CON FORMAGGIO RADICCHIO E PATE' DI OLIVE NERE
Prendete una fetta di pane da tramezzini e stendetela leggermente con il mattarello.
Spalmate il formaggio fresco, coprite con le foglie di radicchio ed infine stendete il patè di olive nere liguri di Nonno Mario.

Arrotolate con delicatezza, chiudete in un foglio di carta di alluminio e lasciare riposare in frigo per un paio d'ore prima di affettare.


POLPETTINE DI TONNO, RICOTTA E ACCIUGHE.
Stemperate della ricotta in una ciotala, unite qualche filetto di tonno italiano cotto al vapore Nonno Mario, un uovo sbattuto, 5 filetti di acciughe Nonno Mario sgoccialati, prezzemolo tritato, una mangiata di parmigiano reggiano, sale, pepe.
Mescolate accuratamente il tutto e unite del pangrattato quanto basta per rendere il composto abbastanza solido.
Formate delle piccole polpettine che andranno sistemate su una teglia ricoperta da carta da forno leggermente imburrata.
Cuocete per una decina di minuti a 200gradi.

POMODORI SECCHI SOTT'OLIO.

Versate in una pentola la stessa quantità di acqua e di aceto di vino bianco, aggiungete una foglia di alloro e portate ad ebollizione.
Lavate i pomodori secchi san Marzano di Nonno Mario , immergerli nella pentola e farteli bollire per tre minuti. Scolateli e stendeteli su un canovaccio pulito, coprite e lasciate riposare per un giorno.
Tritate aglio, peperoncino e basilico, unite il tutto ai pomodori e invasate. Ricopriteli completamente con l' olio extravergine di oliva toscano di Nonno Mario e lasciateli riposare almeno una settimana in un luogo fresco.

PESCHE RIPIENE AL FORNO.

Scolate le pesche sciroppate Nonno Mario e disponetele su carta da forno. Tritate gli ameretti con una pesca sciroppata, aggiungete zucchero di canna, un uovo sbattuto e della polvere di cioccolato. Riempite le pesche a metà con il composto e fatele cuocere per 15 minuti in forno a 180gradi.